Relazione: uscita alla Syngenta
Il 29/05/2015 siamo andati con il pulmino , accompagnati dalle Prof.sse Ferrami, Zaglio e dalla prof.ssa Annalisa, alla Syngenta di Casalmorano. Ci hanno accolto: Mauro (papà di Mattia) e il Direttore.
Mauro ci ha anticipato quello che avremmo fatto durante la visita dell’azienda.
Siamo poi entrati nella sala cucurbita dove ci hanno mostrato la loro mascotte OSCAR e un breve filmato di quello che si può fare e non fare all’interno.
Dopo averci mostrato gli oggetti per la sicurezza, ce ne hanno fatti indossare due: gli occhiali di plastica e il caschetto.
Siamo entrati in un capannone dove ci ha spiegato il “percorso “ del mais:
Prima di tutto vengono seminati i semi di mais
Le femmine di mais vengono distribuite in sei file, i maschi in due file
Dove il polline cade si crea un fiore, poi la pannocchia
Vengono raccolte le pannocchie
Passano su nastri dove vengono selezionate tra pannocchie da scartare e da tenere
Vengono fatte essiccare
Vengono bollite a 11 -12 °
Vengono sgranate da una sgranatrice
Viene lavorato il seme
Viene pulito il seme, vengono tolte le impurità, viene portato su una macchina (Gravity = gravità). Il seme “salta” sul nastro e quello buono si tiene, mentre quello meno buono si scarta.
Siamo entrati poi in un altro capannone dove si trovavano molti scaffali con recipienti di mais.
Mauro ci ha spiegato che la pannocchia si divide in quattro parti:
Il primo pezzetto vicino alle foglie si chiama CALIBRO
Andando verso l a punta si trovano IL PIATTO GRANDE, IL PIATTO MEDIO ED IL ROTONDO MEDIO
I semi di mais, dopo tutta la lavorazione, vengono gettati in sacchi, prodotti dalla Syngenta.
Su di essi è obbligatorio applicare tre etichette:
GIALLA: indica i prodotti contenuti
BLU: indica la certificazione che fa l’azienda del suo prodotto
BIANCA: indica gli “ingredienti”.
Siamo poi stati in un laboratorio in cui vengono analizzate l e piantine. Mauro ci ha mostrato, su un poster, alcune immagini di piante con radici o fusto ammalati. E’ anche molto importante che le pese vengano controllate da persone specializzate e con una frequenza settimanale o addirittura giornaliera.
L’uscita è stata positiva, le spiegazioni di Mauro sono state molto interessanti e chiare. Speriamo di poterci tornare per scoprire nuove cose.
5 giugno 2015
VISITA ALL’AZIENDA SYNGENTA
Venerdì 29 maggio noi alunni della classe 1° B abbiamo visitato l’azienda dove lavora il papà di un nostro compagno di classe: Mattia Agazzi. L’azienda Syngenta è un impresa multinazionale cioè una società che svolge la sua attività in diversi Pasesi mantenendo in quello di origine (dove è presente la sede) solo alcune fasi della lavorazione. La Syngenta infatti ha distaccamenti anche in Francia; qui a Casalmorano si lavora il mais mentre in Friuli Venezia-Giulia ed Emilia Romagna si coltiva soia. La visita è partita con un breve video introduttivo, che è stato proiettato nella sala cucurbita. Il video spiegava l’importanza della sicurezza e cosa si deve fare in caso di allarme. Inoltre i dipendenti ci hanno mostrato Oscar: la mascotte della sicurezza e ci hanno dotato di un cappello antinfortunistico per proteggerci da possibili urti e di occhiali per evitare danni agli occhi causati da scontri o da polvere. Questi oggetti previsti obbligatoriamente dalla legge sono detti DPI: dispositivi di protezione individuale e servono a tutelare le persone che visitano o lavorano nell’azienda; in ogni reparto è obbligatorio indossare diversi dispositivi. La ditta si occupa della ricerca, della sperimentazione e della produzione di ibridi di mais. Nel primo reparto che abbiamo visitato, che è adibito soprattutto a magazzino, sono presenti sacchi di semente che si dividono in semi femmine e semi maschi. Per seminare si deve seguire un ordine a file, 6 devono essere di semi femminili (in passato erano 4 file) e 2 di semi maschili. Quando le file femminili fioriscono vengono tagliate alla sommità per permettere al polline maschile di raggiungere con il vento le piante femminili e produrre i semi. All’ impresa vengono consegnate delle pannocchie che vengono convogliate in 2 macchine che fanno una selezione di quelle in buono stato e quelle da eliminare, poi viene fatta una cernita manuale più minuziosa. Le pannocchie che hanno superato il controllo vengono poi essiccate in celle formate da una griglia dove vengono caricate le pannocchie e da un sistema di areazione che prima scalda le pannocchie con aria tiepida e poi con aria calda. Se si immettesse subito aria calda il seme verrebbe compromesso. Le pannocchie vengono lasciate seccare per 5 o 6 giorni in base al tipo di mais fino a quando raggiungono una percentuale di umidità pari all’ 11 o al 12%. Le celle di essicazione sono 14 per linea (le linee sono 2) e ogni cella ha tre finestre. Le pannocchie ormai essiccate vengono sgranate. I semi vengono raccolti e i tutoli che a volte vengono utilizzati per fare la cipria vengono allontanati. Poi i semi vengono puliti. Vengono mandati in una macchina divisa in tre reparti da delle tele forate o tagliate che hanno aperture sempre più piccole e dividono i semi da ogni tipo di impurità. Il seme viene diviso in 4 calibri: il 1° calibro è costituito da un seme grande e rotondo esso si trova nella parte dove la pannocchie è stata staccata dalla pianta, il 2° è un calibro piatto e grande e questi grani si trovano nella parte centrale della pannocchia, il 3° tipo è piccolo e piatto e si ricava dalla parte finale e il 4° è rotondo e piccolo e si trova alla punta. La semente viene poi fatta scendere in bidoni numerati sui quali è riportato il nome della qualità di mais e il calibro. Infine avviene l’ultima pulitura. I semi vengono mandati poi nella macchina Gravity che lavora a peso specifico. Il mais posto su una griglia viene fatto saltare con dell’aria che manda la parte leggera sul fondo della macchina per essere eliminata; il seme buono viene pesato e posto in bidoni contrassegnati da un codice a barre che ne indica la sede, il lotto, il calibro, la qualità di mais,… . Vengono estratti dai bidoni dei campioni che vengono sottoposti a diverse prove. Se le sementi passano i test vengono mandate alla macchina che li ricopre di fungicida: un agrofarmaco che protegge da malattie. Il processo è completamente automatico e il computer pesa 1000 semi per dosare la quantità di prodotto che va applicato. Quando è finita la miscela il computer invia dei dati ad un altro macchinario che dosa perfettamente il quantitativo dei prodotti che la compongono e li mescola per poi rifornire la macchina per ricoprire altri semi. Essi vengono mandati alla linea di insacco. Ogni sacco contiene diversi quantitativi di semi che vengono poi pesati e i chili vengono segnati sulla confezione. Solitamente i sacchi spediti in Italia contengono 25000 semi quelli spediti all’estero 50000 o 80000. Il sacco viene cucito meccanicamente e viene mandato a una seconda pesa di controllo se il peso è differente da quello indicato sul sacco scatta un allarme e il sacco viene eliminato. Si passa poi all’etichettatura. Le etichette sono 2 e di diversi colori quella gialla indica l’azienda di produzione (in questo caso Syngenta a Casalmorano), la varietà di mais, il calibro, il peso, il trattamento e il minimo di germinazione che per legge deve essere almeno del 90%. L’etichetta blu è applicata per legge sementiera e certifica il sacco, indica il lotto di conservazione del prodotto e la data dei chiusura del sacchetto. Dopo 1 anno da quando il sacco è stato chiuso il prodotto non è più certificato e per rispettare le norme di sicurezza per essere venduto deve essere riaperto e sottoposto a nuovi controlli, poi vengono riapplicate etichette aggiornate. I sacchi vengono poi disposti su bancali 7 per piano, a ogni giro si incrociano per far si che in bancale non si rompa. Ora i bancali vengono mandati al magazzino di logistica che si trova al di fuori della ditta e si occupa delle spedizioni ai contadini che hanno ordinato la semente; prima era l’azienda stessa che si occupava della spedizione. Dopo che i semi sono stati piantati servono dai 105 ai 137 giorni perché maturino. Con il reso che è disponibile solitamente a giugno si vendono i semi richiesti, quelli che rimangono tornano alla ditta e si fanno nuovi controlli per poterli vendere l’anno futuro. Dopo aver visitato l’azienda ci siamo stabiliti nel laboratorio dove si fanno dei test per la germinabilità della semente. Per il test di germinabilità a caldo è utilizza una carta ricca di capillari dove, dopo averla immersa nell’acqua, sono disposti 50 semi, ogni analisi prende come campione 200 semi quindi 4 fogli che vengono poi sovrapposti ad altri vuoti e arrotolati. I rotoli vengono poi riposti in una cella a 25°C con l’85% di umidità per 6 giorni. Alla fine nascono delle piantine che possono essere normali o anormali: le piante normali sono perfette mentre quelle normali hanno delle anomalie come per esempio possono avere un apparato radicale assente o non sufficiente, possono non aver sviluppato il fusto, possono presentare dei tagli o delle aperture nelle foglie, possono essere deformi (a spirale o storte), possono avere uno sviluppo ritardato, possono essere siamesi o può nascer una pianta albina cioè completamente bianca. Il test a freddo invece simula degli abbassamenti della temperatura improvvisi e non è un test previsto dalla legge ma è utile a capire la qualità del seme in occasioni in cui le condizioni atmosferiche non sono favorevoli. Per fare questo test si riempie una vaschetta fino a metà con una sabbia particolare e sterilizzata, poi si posiziona la semente la si copre con altra sabbia e si pone la vaschetta in una cella a 10°C per 6 giorni poi lo si mette nella cella calda utilizzata per il test a caldo. Si stressa così il seme per verificare il suo vigore seminativo. In questa azienda si lavorano solamente ibridi di mais ma si fanno le analisi di ibridi di soia, mais, grano duro, girasole e erba medica. In laboratorio ci sono 3 macchine; la prima è una macchina conta semi, la seconda misura l’umidità e il peso specifico e ha diverse impostazioni, la terza è una presa di precisione che viene controllata settimanalmente o giornalmente nei periodi di maggiore utilizzo, una volta all’anno viene tarata e viene assicurata una garanzia da un azienda esterna. Per provare la purezza di un seme bisogna prendere un campione del peso di 900 grammi selezionato manualmente, poi vengono divise le impurità che sono pesate e sottratte al valore iniziale, si ottiene così un dato di impurità. Finita la spiegazione al laboratorio abbiamo fatto una pausa e abbiamo lasciato dei messaggi all’azienda inoltre un dipendete ci ha fatto alcune domande per verificare quello che avevamo imparato e ci ha regalato un blocco e una biro della ditta, poi arrivato lo scuolabus siamo tornati a scuola.
Venerdì 29 maggio noi alunni della classe 1° B abbiamo visitato l’azienda dove lavora il papà di un nostro compagno di classe: Mattia Agazzi. L’azienda Syngenta è un impresa multinazionale cioè una società che svolge la sua attività in diversi Pasesi mantenendo in quello di origine (dove è presente la sede) solo alcune fasi della lavorazione. La Syngenta infatti ha distaccamenti anche in Francia; qui a Casalmorano si lavora il mais mentre in Friuli Venezia-Giulia ed Emilia Romagna si coltiva soia. La visita è partita con un breve video introduttivo, che è stato proiettato nella sala cucurbita. Il video spiegava l’importanza della sicurezza e cosa si deve fare in caso di allarme. Inoltre i dipendenti ci hanno mostrato Oscar: la mascotte della sicurezza e ci hanno dotato di un cappello antinfortunistico per proteggerci da possibili urti e di occhiali per evitare danni agli occhi causati da scontri o da polvere. Questi oggetti previsti obbligatoriamente dalla legge sono detti DPI: dispositivi di protezione individuale e servono a tutelare le persone che visitano o lavorano nell’azienda; in ogni reparto è obbligatorio indossare diversi dispositivi. La ditta si occupa della ricerca, della sperimentazione e della produzione di ibridi di mais. Nel primo reparto che abbiamo visitato, che è adibito soprattutto a magazzino, sono presenti sacchi di semente che si dividono in semi femmine e semi maschi. Per seminare si deve seguire un ordine a file, 6 devono essere di semi femminili (in passato erano 4 file) e 2 di semi maschili. Quando le file femminili fioriscono vengono tagliate alla sommità per permettere al polline maschile di raggiungere con il vento le piante femminili e produrre i semi. All’ impresa vengono consegnate delle pannocchie che vengono convogliate in 2 macchine che fanno una selezione di quelle in buono stato e quelle da eliminare, poi viene fatta una cernita manuale più minuziosa. Le pannocchie che hanno superato il controllo vengono poi essiccate in celle formate da una griglia dove vengono caricate le pannocchie e da un sistema di areazione che prima scalda le pannocchie con aria tiepida e poi con aria calda. Se si immettesse subito aria calda il seme verrebbe compromesso. Le pannocchie vengono lasciate seccare per 5 o 6 giorni in base al tipo di mais fino a quando raggiungono una percentuale di umidità pari all’ 11 o al 12%. Le celle di essicazione sono 14 per linea (le linee sono 2) e ogni cella ha tre finestre. Le pannocchie ormai essiccate vengono sgranate. I semi vengono raccolti e i tutoli che a volte vengono utilizzati per fare la cipria vengono allontanati. Poi i semi vengono puliti. Vengono mandati in una macchina divisa in tre reparti da delle tele forate o tagliate che hanno aperture sempre più piccole e dividono i semi da ogni tipo di impurità. Il seme viene diviso in 4 calibri: il 1° calibro è costituito da un seme grande e rotondo esso si trova nella parte dove la pannocchie è stata staccata dalla pianta, il 2° è un calibro piatto e grande e questi grani si trovano nella parte centrale della pannocchia, il 3° tipo è piccolo e piatto e si ricava dalla parte finale e il 4° è rotondo e piccolo e si trova alla punta. La semente viene poi fatta scendere in bidoni numerati sui quali è riportato il nome della qualità di mais e il calibro. Infine avviene l’ultima pulitura. I semi vengono mandati poi nella macchina Gravity che lavora a peso specifico. Il mais posto su una griglia viene fatto saltare con dell’aria che manda la parte leggera sul fondo della macchina per essere eliminata; il seme buono viene pesato e posto in bidoni contrassegnati da un codice a barre che ne indica la sede, il lotto, il calibro, la qualità di mais,… . Vengono estratti dai bidoni dei campioni che vengono sottoposti a diverse prove. Se le sementi passano i test vengono mandate alla macchina che li ricopre di fungicida: un agrofarmaco che protegge da malattie. Il processo è completamente automatico e il computer pesa 1000 semi per dosare la quantità di prodotto che va applicato. Quando è finita la miscela il computer invia dei dati ad un altro macchinario che dosa perfettamente il quantitativo dei prodotti che la compongono e li mescola per poi rifornire la macchina per ricoprire altri semi. Essi vengono mandati alla linea di insacco. Ogni sacco contiene diversi quantitativi di semi che vengono poi pesati e i chili vengono segnati sulla confezione. Solitamente i sacchi spediti in Italia contengono 25000 semi quelli spediti all’estero 50000 o 80000. Il sacco viene cucito meccanicamente e viene mandato a una seconda pesa di controllo se il peso è differente da quello indicato sul sacco scatta un allarme e il sacco viene eliminato. Si passa poi all’etichettatura. Le etichette sono 2 e di diversi colori quella gialla indica l’azienda di produzione (in questo caso Syngenta a Casalmorano), la varietà di mais, il calibro, il peso, il trattamento e il minimo di germinazione che per legge deve essere almeno del 90%. L’etichetta blu è applicata per legge sementiera e certifica il sacco, indica il lotto di conservazione del prodotto e la data dei chiusura del sacchetto. Dopo 1 anno da quando il sacco è stato chiuso il prodotto non è più certificato e per rispettare le norme di sicurezza per essere venduto deve essere riaperto e sottoposto a nuovi controlli, poi vengono riapplicate etichette aggiornate. I sacchi vengono poi disposti su bancali 7 per piano, a ogni giro si incrociano per far si che in bancale non si rompa. Ora i bancali vengono mandati al magazzino di logistica che si trova al di fuori della ditta e si occupa delle spedizioni ai contadini che hanno ordinato la semente; prima era l’azienda stessa che si occupava della spedizione. Dopo che i semi sono stati piantati servono dai 105 ai 137 giorni perché maturino. Con il reso che è disponibile solitamente a giugno si vendono i semi richiesti, quelli che rimangono tornano alla ditta e si fanno nuovi controlli per poterli vendere l’anno futuro. Dopo aver visitato l’azienda ci siamo stabiliti nel laboratorio dove si fanno dei test per la germinabilità della semente. Per il test di germinabilità a caldo è utilizza una carta ricca di capillari dove, dopo averla immersa nell’acqua, sono disposti 50 semi, ogni analisi prende come campione 200 semi quindi 4 fogli che vengono poi sovrapposti ad altri vuoti e arrotolati. I rotoli vengono poi riposti in una cella a 25°C con l’85% di umidità per 6 giorni. Alla fine nascono delle piantine che possono essere normali o anormali: le piante normali sono perfette mentre quelle normali hanno delle anomalie come per esempio possono avere un apparato radicale assente o non sufficiente, possono non aver sviluppato il fusto, possono presentare dei tagli o delle aperture nelle foglie, possono essere deformi (a spirale o storte), possono avere uno sviluppo ritardato, possono essere siamesi o può nascer una pianta albina cioè completamente bianca. Il test a freddo invece simula degli abbassamenti della temperatura improvvisi e non è un test previsto dalla legge ma è utile a capire la qualità del seme in occasioni in cui le condizioni atmosferiche non sono favorevoli. Per fare questo test si riempie una vaschetta fino a metà con una sabbia particolare e sterilizzata, poi si posiziona la semente la si copre con altra sabbia e si pone la vaschetta in una cella a 10°C per 6 giorni poi lo si mette nella cella calda utilizzata per il test a caldo. Si stressa così il seme per verificare il suo vigore seminativo. In questa azienda si lavorano solamente ibridi di mais ma si fanno le analisi di ibridi di soia, mais, grano duro, girasole e erba medica. In laboratorio ci sono 3 macchine; la prima è una macchina conta semi, la seconda misura l’umidità e il peso specifico e ha diverse impostazioni, la terza è una presa di precisione che viene controllata settimanalmente o giornalmente nei periodi di maggiore utilizzo, una volta all’anno viene tarata e viene assicurata una garanzia da un azienda esterna. Per provare la purezza di un seme bisogna prendere un campione del peso di 900 grammi selezionato manualmente, poi vengono divise le impurità che sono pesate e sottratte al valore iniziale, si ottiene così un dato di impurità. Finita la spiegazione al laboratorio abbiamo fatto una pausa e abbiamo lasciato dei messaggi all’azienda inoltre un dipendete ci ha fatto alcune domande per verificare quello che avevamo imparato e ci ha regalato un blocco e una biro della ditta, poi arrivato lo scuolabus siamo tornati a scuola.
13 maggio 2015
Locandina Basket Casalbuttano
UNA
LOCANDINA PER IL BASKET!!!!
Tutti noi ragazzi della Scuola Secondaria di Primo grado di
Casalbuttano, nel mese di dicembre abbiamo partecipato all’iniziativa proposta
dalla società del Basket di Casalbuttano, realizzando locandine singole o a
gruppi per pubblicizzare la giornata del basket che si svolgerà il 2 Giugno
presso l’oratorio maschile del nostro paese. Durante le ore di Arte e Immagine
sono stati svolti 130 elaborati e poi terminati a casa durante le vacanze di
Natale.
Successivamente una commissione ne ha scelta una…..la NOSTRA!!!! Quella
di noi alunne della classe terza B. Ogni ragazzo ha partecipato seriamente e con
entusiasmo all’iniziativa, cercando di arricchire le proprie produzioni
artistiche con particolari , curando l’aspetto grafico- cromatico e
arricchendolo di dettagli! La nostra prof.ssa Zanardini ne era orgogliosa!
Sempre nella giornata del 2 Giugno tutti gli elaborati realizzati saranno
esposti nel cortile dell’oratorio maschile come cornice!!!! VI
ASPETTIAMOOOOOOOO
Le vincitrici
della miglior locandina
Armanni Valentina, Marzaroli Francesca, Milanesi Angela, Torresani Ciam
10 maggio 2015
Estemporanea di pittura presso il Santuario della Graffignana
Domenica
10 maggio presso il santuario della Graffignana a San Vito
saranno esposti i nostri disegni che rappresentano: cascine, monumenti, scorci
e particolari delle frazioni di San Vito e Polengo. All’iniziativa promossa
dalla parrocchia di Casalbuttano-San Vito hanno aderito le due classi prime. Il
concorso è stato eseguito nelle ore di arte e immagine.
Il lavoro non è stato semplice: alcuni di
noi hanno fotografato diversi angoli delle frazioni casalbuttanesi, ognuno ha
copiato l’immagine scelta su tela e l’abbiamo dipinta con le tempere. È stata
un’ opportunità bella perché abbiamo scoperto nuovi posti del nostro paese e
abbiamo affinato la nostra manualità. È
un esperienza da ripetere negli anni seguenti per gli alunni delle classi prime
successive. VI ASPETTIAMO!!! Gli alunni delle classi prime.
5 maggio 2015
SAGRA di SAN GIORGIO CASALBUTTANO 26-04-2015
Ormai da alcuni anni è diventato un
appuntamento imperdibile l’entusiasmante estemporanea di pittura che vede
coinvolti noi ragazzi delle classi 2^A e 2^B della Scuola Secondaria,
l’iniziativa è promossa dalla Proloco di
Casalbuttano.
In questi due anni noi ragazzi
abbiamo cercato di migliorare il nostro potenziale talento artistico con
l’aiuto della nostra insegnante di arte e domenica 26 Aprile abbiamo voluto
imprimere, sui nostri grandi fogli da disegno, luoghi storici e scorci
panoramici del nostro paese.
La gara ci ha permesso di vedere Casalbuttano con occhi diversi, da
piccoli artisti!
Siamo riusciti a cogliere il fascino anche di luoghi dismessi, lasciati
al logorio del tempo che passa, con la consapevolezza che sono stati e sono
tuttora testimoni di un’epoca.
I nostri elaborati sono stati
apprezzati anche dai passanti, che si complimentavano con noi, riempiendoci di
orgoglio e incrementando il nostro entusiasmo.
Questa domenica all’insegna dell’Arte non è stata vissuta come una
competizione, ma come un’opportunità per esplorare più accuratamente quei
luoghi ai quali noi ragazzi non davamo la meritata importanza.
Il nostro impegno è stato premiato
non tanto dai riconoscimenti ricevuti, ma soprattutto dal “piacere di aver partecipato”.
Auspico che questa tradizione possa continuare e si ripeta con lo stesso
successo anche negli anni futuri
Vera Bernardi Classe 2^B
Domenica 26 Aprile 2015 in occasione
della Sagra di “S.Giorgio” si è svolta una estemporanea di pittura promossa
dalla Pro Loco di Casalbuttano , che ha visto la partecipazione delle classi
seconde della Scuola Secondaria.
È stata un’esperienza molto
entusiasmante, non solo perché ho
trascorso una giornata insieme ai miei compagni, ma soprattutto perché il mio
disegno è stato premiato!
Ho vissuto una giornata da piccola
artista!!
Ilaria Zabai Classe 2^B
Domenica 26 Aprile noi alunni delle
classi seconde, della scuola secondaria di Casalbuttano, abbiamo partecipato
all’estemporanea di pittura “Vivi Casalbuttano”promossa dalla
Pro Loco .E’ stata una giornata impegnativa ma che mi ha fatto vivere grandi
emozioni, dipingere il proprio paese mi ha permesso di apprezzare luoghi finora
sconosciuti!!!!! Come dipingere la villa
di inizi 900’che ho rappresentato….e in questa occasione ho saputo che
in essa sono racchiusi storie e misteri!!!!
Mi sono tanto divertita e spero che sia riproposta gli anni futuri.
Caterina
Portesani Classe 2^A
28 aprile 2015
Premiazione Poster della PaceLions Day Cremona 19 aprile 2015 |
I premiati della scuola Media di Casalbuttano con la Prof.ssa Emilia Zanardini |
I premiati della scuola media di Robecco
Anna Gazzina 2a A Scuola media di Casalbuttano 19 Aprile 2015
Ho trovato questa esperienza molto istruttiva e interessante, perchè è stato un giorno interamente dedicato ai ragazzi e al fatto che noi giovani, in futuro, potremmo cambiare il mondo. Ma perchè ciò accada, è necessario renderci conto di tutto quello che ci circonda, avere sempre grinta e forza di volontà. Con questa giornata non credo che l'unico scopo fosse quello di premiare gli alunni per l'ottimo disegno dipinto, ma anche quello di capire che, se... uniti, possiamo 'fare la differenza', ciò non significa che non ci saranno più guerre, ma che la nostra 'voce', quella di chi vuole la libertà, verrà ascoltata e presa in considerazione, e se questo non accadrà, allora significa che 'urleremo più forte' e saremo sempre più uniti. Forse siamo ancora troppo piccoli per capire tutto quello che accade nel mondo, ma credo che il Lions Club, con questa iniziativa, 'ci apra gli occhi' per renderci persone migliori rispetto a quelle che ci hanno preceduto!!
27 aprile 2015
L’Orchestra nell’Argilla… Arte e
Musica nel Medioevo!
Domenica 26 Aprile noi
alunni delle classi terze della Scuola
Secondaria di Casalbuttano, in occasione della Sagra del paese, abbiamo esposto
nella Sala D’Oro le nostre 29 formelle
in terracotta a tema musicale, frutto
di un laboratorio opzionale pomeridiano di Arte e Immagine .
L’affluenza alla
mostra e’ stata altissima e noi eravamo
molto orgogliosi di esporre i
nostri manufatti “di buon livello”!!! (così li hanno definiti i visitatori).
E’ sicuramente un
laboratorio da riproporre e consigliare ai nostri compagni delle altre classi. E’
stata per noi l’occasione di sperimentare una nuova tecnica espressiva e
trascorrere piacevoli pomeriggi tutti insieme!!! J
I ragazzi delle classi terze.
21 gennaio 2015
USCITA DIDATTICA AL MUSEO DEL VIOLINO
Dopo essere stato utilizzato per scopi militari negli ultimi mesi di guerra, l'edificio ospitò, fino agli anni Sessanta, mostre, serate musicali e iniziative benefiche. A partire dal 1957, parte del Palazzo fu assegnato alla Scuola di Liuteria, che rimase in questa sede fino al 2010, anno in cui iniziò la ristrutturazione resa possibile grazie al contributo dei coniugi Arvedi- Buschini. Nel settembre 2013 avvenne l'inaugurazione del Museo del Violino.
Al nostro arrivo siamo stati accolti da due guide che avevano il compito di accompagnarci nelle sale del Museo, spiegarci le tappe più significative che hanno caratterizzato l'ideazione e la nascita del violino, illustrarci gli strumenti più importanti realizzati dai grandi maestri classici cremonesi Amati, Guarneri e Stradivari.
All'interno del Museo è stata realizzata una piccola bottega in cui si possono osservare gli strumenti indispensabili alla costruzione di un violino, le diverse parti che lo compongono, respirare i profumi delle resine e degli oli utilizzati per l'assemblaggio e la verniciatura.
Grazie all'uso della tecnologia multimediale la guida ci ha mostrato un filmato che spiegava le parti componenti il violino, la loro funzione e le varie fasi di costruzione.
Successivamente siamo entrati in una sala , con al centro una struttura in legno che riproduce le caratteristiche acustiche della cassa di risonanza del violino, nella quale abbiamo ascoltato alcuni spezzoni di registrazioni storiche.
In seguito abbiamo visitato altre stanze in cui erano esposti molti strumenti ad arco, alcuni più antichi, altri più recenti, compresi quelli appartenenti alla Collezione di Liuteria Contemporanea, realizzati dai migliori Maestri Liutai di oggi.
Abbiamo avuto anche l'opportunità di visitare l'Auditorium Giovanni Arvedi, risultato di un progetto moderno, coordinato dagli architetti Palù e Bianchi e con il contributo dell'ingegner Yasushisa Toyota per l'ottimizzazione acustica. Nella sala, anche se per pochi minuti, abbiamo avuto il privilegio di assistere alle prove di un pianista che si stava esercitando in vista di un concerto programmato per la sera stessa.
La visita al Museo del Violino si è rivelata molto interessante e anche se la maggior parte di noi non è appassionato di musica classica, ci ha resi orgogliosi di vivere nella "città del violino", dove ci sono ancora molti liutai ed una Scuola Internazionale di Liuteria riconosciuta come patrimonio dall'UNESCO.
Giulia Kaur, Sara Rancati, Alice Viola
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