Il 2 Marzo ci siamo ritrovati per il ritiro di Quaresima in seminario alle 16:45, alla stazione di Casalbuttano; il viaggio è stato breve, ma intenso.
Arrivati a Cremona abbiamo dovuto subire un lungo percorso a piedi che sembrava infinito...
In seminario siamo stati accolti dal seminarista Nicola che, gentilmente, ci ha offerto del thè caldo e dell'acqua per riprenderci dalla camminata.
Il tema del ritiro era: ''Chi è per noi Gesù?''
Prima di cenare il nostro Don ci ha proposto la confessione e subito dopo la lavanda dei piedi; come Gesù abbiamo sperimentato e vissuto la profondità di questo gesto.
Durante la cena pensavamo già alla sistemazione delle camere che è sempre complicata; finita la cena ci siamo spostati nella sala giochi dove ci siamo divisi in più gruppi e abbiamo disputato molte partite a ping pong e a bigliardino.
Dopo i tornei siamo andati nella sala cinema a guardare un film: ''la ricerca della felicità'', dal quale abbiamo imparato che nella vita non bisogna mai farsi dire: ''non sei capace!'', come capita anche ai padri di dire ai figli. Anche al padre protagonista del film capita di dire questa frase al figlio, ma capisce poi che il figlio ha il diritto di non accettarla.
Prima di andare a ''dormire'' il Don ci ha fatto le solite raccomandazioni.... ''dormite, non fate casino!''
Dopo esserci preparati di fretta siamo scesi a fare colazione con pane e nutella, ovviamente prima della messa domenicale ci siamo ritirati per l'ultima volta in riflessione.
Alcuni genitori hanno partecipato attivamente alla messa leggendo le letture, anche tra di noi c'é stato chi ha dato il proprio contributo facendo il chirichetto e raccogliendo le offerte. Finita la messa ci siamo dati gli ultimi saluti e siamo ritornati a casa arricchiti da questa esperienza.
come sono cambiati i tempi: quando avevo la vostra età, il ritiro spirituale era un incubo! Per un giorno non potevi parlare, ma solo pregare e meditare. Anche i pasti erano frugali, preparati dalle suore dell'oratorio femminile.
RispondiEliminaFate tesoro della vostra esperienza, perchè ci sono poche realtà che permettono ai giovani di viverla come l'avete vissuta voi.